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Il gatto con gli stivali: conferenza stampa di presentazione a Roma

26/11/2011 | News |
Il gatto con gli stivali: conferenza stampa di presentazione a Roma

Nell’elegante cornice dell’Hotel Hassler in cima alla scalinata di Trinità dei Monti a Roma, si è svolta la conferenza stampa del film Il gatto con gli stivali 3D. All’evento erano presenti il regista Chris Miller, gli attori-doppiatori Antonio Banderas (voce del gatto protagonista) e Salma Hayek (voce della sensuale gattina Kitty “Zampe di Velluto”) il CEO della Dreamworks Animation Jeffrey Katzenberg. Il film uscirà in Italia il prossimo 16 dicembre in almeno 400 schermi.

La prima domanda è per Jeffrey Katzenberg come è nata l’idea di portare questo personaggio sul grande schermo?
Katzenberg: Nel secondo film di Shrek c’è stato un momento in cui entra in scena il Gatto con gli stivali, quando arriva dice : “abbiate paura di me” e cosi inizia la sua storia. Da quel momento era destino che si facesse un film su di lui. Abbiamo voluto fortemente Chris Miller. Egli era nel team creativo del secondo Shrek e regista del terzo Shrek,  ha amato molto questo personaggio e si è voluto assumere la  responsabilità di portarlo sul grande schermo con un film tutto suo.
Chris Miller: Avendo lavorato su Shrek, avevamo già dato il via a questo personaggio. È stata un’esperienza liberatoria, abbiamo avuto la possibilità di inventare un mondo che è diverso da quello di Shrek, sapevamo che sarebbe stato un film coraggioso, potente, romantico, sexy.

Una domanda per Banderas. Ultimamente c’è una tendenza forte nel cinema, una serie di film nei quali si punta sulla fratellanza come soluzione ai mali del mondo, nel film tra il Gatto e il fratello “Uovo” Humpty Dumpty c’è sentimento di grande fratellanza. Come vede questa tendenza  nel contesto dell’attuale crisi mondiale?
Banderas: (Prima scherza con la voce del gatto dicendo come un gatto non possa rispondere a una domanda sula politica!) Non vedo un’implicazione politica nella relazione tra un gatto e un uovo! Se torniamo all’inizio della partecipazione del Gatto in Shrek e al modo in cui il Gatto con gli stivali entra nella storia, ricordo che lui entra in scena come un assassino ma viene immediatamente agganciato da un gruppo di personaggi un po’ pazzi perché in loro trova quasi una famiglia. In questo senso capiamo perché il gatto era pronto all’amicizia, perché è cresciuto in un orfanotrofio ed è stato vittima del bullismo, e così con “Uovo”, anche lui vittima del bullismo, crea una sorta di famiglia. Il film è divertente con momenti epici e comici ma riflette molto l’idea dell’amicizia e della lealtà, c’è molta capacità di perdonare, che è l’unica cosa che servirebbe oggi nella politica.
Salma Hayek: Anche io ritengo sia importante la fratellanza tra i paesi ma ancora più importante penso che sia il legame tra gli esseri umani in tutto il mondo. Dobbiamo ricordarci che siamo tutti esseri umani, al di là delle differenze culturali, religiose o politiche. Solo cancellando le divisioni gli esseri umani possono trovare soluzione alle crisi.

Una domanda per Banderas. Abbiamo letto che lei ha dichiarato che ci sono degli aspetti che la rendono simile al Gatto con gli stivali. Quali sono?
Banderas: Io adoro questo personaggio. E’ vero, questo personaggio è stato costruito intorno a delle cose che avevo già fatto, c’è qualcosa di Zorro, ad esempio il cappello e la spada, ma anche del Robin Hood di Errol Flynn e anche di altri personaggi del settore “cappa e spada”. C’è una dicotomia nel personaggio del Gatto: lui ha una voce forte intrappolata nel corpo di un gattino. Per me è stata una scelta di recitazione che crea un contrasto molto interessante, un tipo di voce più “grave” in un gatto crea un contrasto che non ci si aspetta.

Ancora per Banderas. Perché se ha doppiato così bene il Gatto in italiano, non fa la conferenza stampa in italiano?
Banderas: (Con la voce del Gatto): Perché non ho lo script delle risposte che devo dare in italiano! (Parlando in italiano) Mi piace moltissimo parlare in italiano ma ho paura di sbagliare.

Ci può far sentire una battuta del gatto in italiano? Quanto lei e Salma Hayek vi siete divertiti?
Banderas: Non ricordo una lunga citazione ma… (con la voce possente del gatto) “sono un gatto molto stanco!!!!”. Quando si cercano dei limiti in un personaggio e quando fissi i tratti salienti di un personaggio è difficile comunque renderlo in quel modo. E’ stato difficile fare il doppiaggio in italiano, è stato difficile in spagnolo, figuriamoci in italiano! Certe volte le frasi erano lunghe rispetto ai movimenti del gatto e altre volte gatto si muoveva sullo sfondo e non lo si vedeva bene, era difficile adeguare il doppiaggio con i movimenti del personaggio. 

Salma Hayek: Per me è stato un lavoro da sogno, lo potevo fare senza trucco o in pigiama, e lo potevo fare dovunque mi trovassi. E’ stato un sogno interpretare un personaggio fortemente femminista, un personaggio forte che ha sempre l’ultima parola. Io sono forte, salto da un edificio all‘altro, è stata un’esperienza liberatoria, divertente, certe volte quando sono bloccata nel traffico mi capita di pensare “Come vorrei essere Kitty in questo momento!”. Mi ha dato la possibilità di viaggiare il mondo con queste persone fantastiche, è divertente ora presentare il film, venire qui a Roma e mangiare il cibo italiano e il gelato che adoro! Continuo a divertirmi.

Una domanda per Banderas. Quali sono state le differenze tra il doppiaggio nelle diverse lingue che lei ha fatto.
Per Jeffrey Katzenberg e Chris Miller, Il gatto con gli stivali è un ‘prequel’ di Shrek, avete avuto l’idea, poi non realizzata, di inserire personaggi che sarebbero venuti dopo?
Banderas: Bisogna adattarsi quando si fa un doppiaggio, ma si possono aggiungere piccole cose qua e là,  per esempio per l’edizione in spagnolo ho deciso di fare un’edizione in ‘malagueno’, nella versione italiana ho un accento spagnolo. Ci sono piccole cose che sono diverse, dopo un po’ ho iniziato ad aggiungere delle cose nelle diverse versioni che doppiavo, ad esempio ho messo qualche sospiro, ho aggiunto qualche commento. La versione italiana e quella spagnola hanno delle differenze.

Katzenberg: Noi cerchiamo sempre di adattare i nostri film a molte lingue piuttosto che doppiarle semplicemente. Tutti portano un dose di creatività all’adattamento.

Miller: Non abbiamo creato dei caratteri per il futuro, abbiamo creato una versione particolare del Gatto con gli stivali. Se guardate a Shrek è un film ambientato in un mondo nord-europeo, questo invece è un film molto latino, molto mediterraneo. Non ci sono i riferimenti di culture popolari che c’erano in Shrek ma abbiamo voluto creare una mitologia leggendaria.

Per Salma Hayek quando ha pensato alla sua gattina, come ha lavorato per crearla?
Salma Hayek: Ogni volta che dovevo dare la voce alla gattina Kitty la mattina invece di fare la doccia mi leccavo! (ride). E’ stata una straordinaria esperienza che ho affrontato senza idee precostituite in testa, naturalmente ho chiesto aiuto al regista che mi ha aiutato molto.

Una domanda per Chris Miller e Jeffrey Katzebnerg, quali sono state le difficoltà tecniche del film per rendere al meglio ogni personaggio in ogni suo aspetto?
Miller: Le questioni tecniche sono state tranquille, abbiamo creato dei personaggi molto ‘pellicciosi’, molto morbidi.

Katzenberg: La complessità è una cosa buona perché per gli animatori permette di creare cose buone. Una settimana di lavoro può creare solo tre secondi di film, ci sono voluti quattro anni per realizzare il film.

Come avete messo su una sceneggiatura con elementi fiabeschi ma molto eterogenei presi da tradizioni fiabesche precedenti (il gatto, l’uovo, i fagioli magici), più elementi tipicamente western? Per il villaggio di San Ricardo vi siete ispirati a qualche luogo in particolare?.
Banderas: Il primo copione era una base per cominciare a lavorarci sopra perché il processo creativo era all’inizio e da quel primo copione alcune scene sono state sostituite da altre e sono arrivavate nuove battute. E’ un processo di lavoro come  un organo vivente: da attore tu hai la libertà di fare tutto quello che ti pare, di metterci del tuo.

Salma Hayek: A me non hanno mai dato la prima sceneggiatura, quando abbiamo iniziato Chris mi ha fatto molte domande ed era chiaro che nelle loro menti il personaggio doveva essere sullo stesso livello del Gatto ma non sapevo che tipo di gatta sarebbe stata. Io mi sono sentita bene in questo film, mi hanno fatto sentire veramente parte del progetto. È stato un lavoro che si arricchiva di idee e mi sono sentita incoraggiata, il lavoro fatto mi faceva sentire un’attrice migliore e mi sono sentita davvero parte della nascita personaggio felino.

Miller: E’ stato un progetto collaborativo enorme. Abbiamo creato il film tutti insieme, è stato come un puzzle gigantesco, mentre si scriveva, si faceva animazione e costantemente la storia si evolveva e si teneva viva. La città contiene riferimenti a città spagnole  e messicane, in particolare alla città di San Miguel de Allende nel Messico centrale.

Per Salma Hayek. Kitty la gattina non ha gli artigli ma è scaltra e intelligente. Quali sono i tuoi artigli?
Salma Hayek: Una bella domanda. Penso che nella società di oggi per troppi anni le donne sono state private della loro capacità di lotta, delle loro unghie. Ma noi donne abbiamo sempre il modo per farci sentire e soprattutto la capacità di riuscire a improvvisare e riuscire ad adattarci alle situazioni. Noi abbiamo il dono di riuscire a fare del nostro meglio anche nelle peggiori situazioni. Riusciamo sempre a sopravvivere.

Per Antonio Banderas una domanda sul cinema italiano contemporaneo di registi come Nanni Moretti o Paolo Sorrentino, le piacerebbe lavorare con uno di questi registi?
Banderas: Finché c’è una buona storia e un bravo regista mi piace lavorare su ogni progetto. Negli ultimi anni ho deciso di lavorare solo con persone con cui mi trovo bene, ho cominciato a “tagliarmi i vestiti da solo” anche se si tratta di interpretare un personaggio piccolo. Sono qui perché mi è piaciuto il progetto. L’ Italia è stata sempre una gran forza nel mondo cinematografico forse più nel passato, ma oggi ci sono registi come Moretti e Sorrentino che sono nomi imporranti. Ho in ballo dei contatti con delle produzioni italiane ma non so se entrerò in questi progetti visto che quest’anno dirigerò un mio film e ho tanti altri progetti.

Kitty “Zampe di Velluto” e il Gatto con gli stivali faranno dei gattini nel prossimo film?
Salma Hayek: Dovrete chiederlo a Katzenberg perché lui sa se sta già pianificando il sequel. Mia figlia Valentina è rimasta delusa che i due gatti non si bacino nel film.
Katzenberg: La storia del Gatto con gli stivali è determinata da due fattori, il primo è il pubblico, se avrà grande successo allora lavoreremo a un secondo film, il secondo fattore è che c’è bisogno di una buona storia e di un buon narratore come Chris Miller.

Una domanda per Antonio Banderas, il Gatto con gli stivali ha uno spessore da cavaliere spagnolo?
Banderas: Certo è un cavaliere spagnolo. E’ molto importante per la comunità latina che vive negli Stati Uniti avere un film che rappresenta la nostra scommessa. Quanto più perché si tratta di un budget molto alto dedicato da Hollywood a una storia “ispanica”. In questo film i cattivi parlano inglese mentre i buoni hanno l’accento spagnolo. L’idea di sostenere la comunità spagnola è molto importante negli Stati Uniti. E’ importante creare la possibilità che certi personaggi che non siano  più dei semplici cliché. Il carattere del personaggio di Salma è splendido perché è uno spirito libero, perché è una donna spagnola forte ed è importante che il mio personaggio non sia il personaggio del classico “macho” spagnolo che tutti si aspettano. Nella scena finale quando Kitty se ne va con gli stivali del Gatto e lui la guarda, è come se le dicesse “ti amo”. E’ importante questo carattere dei personaggi per la comunità ispanica degli Stati Uniti, è importante sostenere la diversità culturale.

Elena Bartoni

 


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